Il fenomeno dell'analfabetismo funzionale secondo le stime di greenreport.it riguarderebbe il 70% degli italiani e per quelle più ottimistiche di lifegate.it solo il 30%. Negli ultimi tempi il tema è discusso spesso, quasi quotidianamente, dai mass media italiani che lanciano allarmi che definire apocalittici è dire poco.
Con il termine analfabetismo funzionale si intende l'incapacità di un individuo di usare in modo efficiente le abilità di lettura, scrittura e calcolo nelle situazioni della vita quotidiana. In generale, l'analfabetismo è l'incapacità di leggere o scrivere frasi semplici in una qualsiasi lingua. Si parla talvolta, meno comunemente, di illetteratismo, termine usato perlopiù in ambito scientifico che definisce individui incapaci di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere con testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità. (wikipedia.org)
Effettivamente il problema esiste e nella nostra categoria è palese. Lo vediamo purtroppo tutti i giorni nelle reazioni ai nostri articoli sul sito e sui commenti ai post sulla pagina facebook dedicata agli oss. Tanti, molti, inaccettabilmente troppi oss non leggono o non comprendono quanto viene scritto. Succede con le news ma anche con le semplici comunicazioni o indicazioni sugli avvisi e concorsi pubblici.
Ci ritroviamo a pubblicare la notizia di un Avviso pubblico per incarichi da oss a Roma e i commenti sono: ma dove? in quale città? Si tratta di una cooperativa? E non si tratta di casi isolati purtroppo.
Ma il problema non riguarda, evidentemente, solo la categoria degli operatori socio sanitari (oss): è degli ultimi giorni la notizia di una lettera scritta da ben 600 docenti universitari, indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri, Paolo Gentiloni, al Ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, ed al Parlamento, per denunciare che «È chiaro ormai da molti anni che alla fine del percorso scolastico troppi ragazzi scrivono male in italiano, leggono poco e faticano a esprimersi oralmente. Da tempo i docenti universitari denunciano le carenze linguistiche dei loro studenti (grammatica, sintassi, lessico), con errori appena tollerabili in terza elementare. Nel tentativo di porvi rimedio, alcuni atenei hanno persino attivato corsi di recupero di lingua italiana».
E questa “carenza” diviene lampante sui vari social network, dove orde di “analfabeti funzionali” prendono d’assalto qualsiasi post, con commenti non solo grammaticalmente scorretti ma totalmente inappropriati, senza prima aver letto il contenuto stesso del post, fermandosi al solo titolo (il più delle volte “acchiappa polli”), in maniera funzionale, appunto, alla politica del clickbaiting, ma non solo.
In Italia, negli ultimi 30 anni, è stata messa in atto una vera e propria opera di smantellamento della scuola di ogni ordine e grado. Il finanziamento pubblico all’Istruzione continua a mantenere un trend di calo costante.
Senza andare troppo lontano nel tempo, come si evince dall’elaborazione della Commissione europea, contenuta nella “Relazione di monitoraggio del settore dell’istruzione e della formazione 2016” (https://ec.europa.eu/education/sites/education/files/monitor2016-it_it.pdf), gli investimenti italiani per l’istruzione sono colati a picco dal 2007 al 2014, ed il trend degli ultimi due anni si mantiene sullo 0,3% del PIL, il più basso di tutta l’Europa.
Questo totale stato di abbandono della scuola italiana si riflette, inevitabilmente, sul grado e sulla qualità dell’istruzione degli italiani. E non c’è da stupirsi se molti arrivano all’università senza saper produrre una frase di senso compiuto e senza comprendere gran parte delle cose che gli vengono spiegate.
E questa responsabilità non può e non deve essere accollata solo alle scuole primarie e secondarie inferiori/superiori: è una responsabilità che parte dall’alto, “il pesce inizia sempre a puzzare dalla testa”. E se ai piani alti ancora nessuno si è allarmato per questa situazione è solo ed esclusivamente perché un popolo analfabeta è un popolo nettamente più “gestibile”.