Elezioni politiche: Perchè gli OSS sceglieranno De Magistris

Elezioni politiche 2022

Le elezioni politiche del 25 settembre 2022 si avvicinano e dopo aver analizzato i programmi dei partiti in lotta alla Camera e al Senato, abbiamo individuato il programma che più di ogni altro tutela le lavoratrici, i lavoratori e quindi  anche la nostra martoriata categoria. Il programma denominato "L’Italia di cui abbiamo bisogno" presentato da Unione Popolare di De Magistris si compone di 120 proposte suddivise in 12 capitoli. Particolare attenzione sui temi della Tutela dei Lavoratori ma anche della difesa della Sanità pubblica.

Cresce il consenso tra il personale sanitario.

Nelle corsie ospedaliere, dove tra un turno e l'altro si discute e ci si confronta anche sui temi politici, cresce il consenso verso il programma di Unione popolare, il partito guidato dall'ex magistrato Luigi De Magistris. L'attenzione verso le lavoratrici e i lavoratori e la speranza di vedere nuovamente una buona sanità pubblica ha fatto presa sui lavoratori del comparto sanità.

Quanto questo consenso si tradurrà in punti percentuali lo vedremo il prossimo 25 settembre ma sicuramente leggere un programma nettamente schierato a difesa delle classi sociali più deboli, proprio in uno dei periodi di maggior decadimento della coscienza di classe, ci restituisce un po' di speranza. La speranza che la sinistra non è definitivamente morta col PD, ormai solo controfigura delle peggiori destre, ma ancora viva e pronta al cambio di paradigma anche nel nostro rovinato Belpaese.

Vediamo insieme quali sono i punti fondamentali che gli OSS dovrebbero tenere presente:

1. Ricompensare e rispettare il lavoro

1. Introduzione di un salario minimo legale di almeno 10 euro lordi l’ora (1600 euro al mese) rivalutato annualmente, per mettere fine al lavoro povero e utilizzare il rialzo di tutti i salari anche come mezzo di politica industriale, per spingere le imprese verso produzioni a più alto valore aggiunto. Riduzione degli orari di lavoro anche per garantire la cura dei diritti plurimi delle persone: lavorare tutti e lavorare meno.

2. Rendere nuovamente il contratto a tempo indeterminato la forma contrattuale standard, in primo luogo abolendo il Jobs Act e tutte le leggi che hanno incentivato la precarietà.

3. Limitare l’uso del contratto a tempo determinato a due soli casi specifici (sul modello della riforma di Yolanda Diaz in Spagna): per circostanze straordinarie legate alla produzione e per motivi contrattuali o di legge.

4. Rafforzamento degli ispettorati del lavoro per far rispettare le leggi sulla sicurezza e i diritti dei lavoratori, con l’assunzione di 10.000 ispettori.

5. Restituzione del collocamento al lavoro al settore pubblico e riduzione del ruolo delle agenzie private.

6. Piano di assunzioni da 1 milione di persone nel pubblico impiego per avvicinarsi alla media europea di impiegati pubblici per abitante, con un impegno particolare in scuola e sanità per ridurre le attese per cure ed esami e l’affollamento nelle classi.

7. Obbligo di applicazione di salari e condizioni contrattuali stabilite dal contratto collettivo di settore anche per i lavoratori interinali.

8. Ripristino della responsabilità in solido del committente per tutti gli appalti di manodopera.

9. Abolizione della legge Fornero per giungere all’età pensionabile di 60 anni o 35 anni di contributi, con tetto massimo alle pensioni alte che pesano molto sulla spesa pensionistica.

10. Inasprimento delle pene per il mancato adempimento degli obblighi relativi al diritto del lavoro e alla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, a partire dal DDL “Omicidio e lesioni sul lavoro”.

2. Lottare per la sicurezza economica e contro la povertà

1. Lotta all’inflazione con eliminazione dell’IVA su prodotti di prima necessità alimentari (es. pane, pasta, latte). Reintrodurre un meccanismo automatico di adeguamento dei salari
all’aumento del costo della vita (scala mobile).

2. Tetto duraturo al prezzo del gas per calmierare le bollette (su modello di Spagna e Portogallo già approvato dalla Commissione Europea).

3. Tassazione degli extra profitti delle aziende energetiche (passando dal 10% del governo Draghi al 90%) per aiutare famiglie e imprese.

4. Portare il Reddito di cittadinanza da 780 a 1000 euro al mese; innalzare la soglia di accesso ISEE da 9360 a 12.000 euro e renderlo una misura individuale e non esclusivamente legata al nucleo familiare. Introdurre il reddito domestico per garantire dignità ad ogni persona.

5. Programma di costruzione di 500.000 nuovi alloggi pubblici per affrontare la grave carenza di case a canone sociale e garantire una dimora a chi non riesce ad averla a prezzi di mercato. A consumo di suolo zero anche con la riconversione ad alloggi di edilizia popolare del patrimonio pubblico, di enti e di grandi proprietà private compatibili con la residenza. Piano di manutenzione ordinaria e straordinaria di alloggi vuoti da anni per loro immediata assegnazione alle famiglie in graduatoria comunale. Nessuna famiglia senza casa, nessuna casa senza famiglia.

6. Aumento delle pensioni minime a 1000 euro al mese e introduzione per le pensioni future di un massimo di pensione e di cumulo di trattamenti pensionistici a 5000 euro mensili.

7. Sostegno ai lavoratori autonomi e lotta contro le imprese che costringono dipendenti ad aprire partite IVA spostando così su di loro i rischi di impresa. Sostegno alle imprese che
assumono giovani anche con riduzione della pressione fiscale e semplificazione amministrativa e burocratica.

8. Uniformare il trattamento previdenziale dei lavoratori autonomi a quello dei lavoratori dipendenti, con estensione dell’indennità di maternità e malattia.

9. Perseguire politiche orientate a riequilibrare le disparità tra Nord e Sud del Paese, a partire dalla spesa pubblica, al contrario di quanto successo con il PNRR, che ha sacrificato le regioni meridionali. Superare il sistema scellerato della spesa storica del chi più ha più avrà e chi meno ha meno ottiene. Faremo esattamente il contrario.

10. Sostenere i comuni, soprattutto piccoli, e le aree interne e periferiche del Paese, contro il centralismo burocratico statale e gli apparati di potere regionali. Sostegno economico ai Comuni, con più potere ai sindaci e più tutele, quindi migliori servizi locali e migliore qualità della vita per gli abitanti delle nostre comunità.

3. Perseguire la pace e la democrazia in Europa e nel mondo

1. Stop immediato dell’invio di armi a tutti paesi in guerra e ritiro dei soldati all’estero se non autorizzati dall’ONU che va rafforzata e sottratta ai veti incrociati delle superpotenze.

2. Sviluppare un forte impegno diplomatico per la pace in Ucraina e per la distensione nel conflitto tra Cina e Stati Uniti. Uscire dalla coalizione in guerra nel cuore dell’Europa e lavorare per la neutralità dell’Ucraina. Per un’Europa unita nelle sue diversità, dal Portogallo alla Russia, contro ogni nuova guerra fredda.

3. Operare per il superamento della NATO, per la sovranità nazionale con lo stop ad armi nucleari nel nostro Paese e per sostenere politiche di disarmo a livello globale, opponendosi all’aumento delle spese militari al 2% del PIL ed impegnandosi alla progressiva riduzione delle stesse. Firma immediata del trattato di messa al bando delle armi nucleari. L’Italia dovrà essere senza bombe atomiche e promotrice di una conferenza internazionale per il disarmo e la denuclearizzazione dell’Europa. Saremo amici di americani, russi e cinesi, mai più sudditi e subalterni di nessuno.

4. Rendere l'Italia una nazione autonoma e autorevole, che difende la pace e i diritti dei popoli, e non gli interessi delle grandi potenze, per un globo delle pluralità e multilaterale contro ogni forma di imperialismo.

5. Restituire al nostro paese autonomia strategica nelle sue relazioni internazionali in Europa e nel Mediterraneo, per costruire l’Europa dei popoli, della fratellanza universale, della giustizia ambientale, sociale ed economica, non più solo della moneta unica, della libera circolazione di capitali e merci e dei vincoli finanziari.

6. Operare a livello europeo per una riforma in senso democratico delle istituzioni di Bruxelles con abbandono completo delle politiche di austerità e lotta alle lobby che influenzano la politica della UE. Dare al Parlamento europeo più centralità e forza rispetto al ruolo della Commissione europea.

7. Lavorare per il superamento delle politiche di bilancio stabilite dall’accordo di Maastricht e dal semestre europeo. Respingere, in particolare, i vincoli liberisti del Trattato e ripristinare la Costituzione del 1948 eliminando il vincolo europeo laddove in contrasto ai principi fondamentali della Costituzione antifascista ed il pareggio di bilancio introdotti nel 2012.

8. Abolizione del MES (Meccanismo europeo di stabilità) ed esclusione di ogni ricorso a esso.

9. Operare per la modifica dei trattati affinché la Banca Centrale Europea possa favorire politiche industriali sostenibili da un punto di vista ambientale. Intanto la BCE deve continuare ad acquistare tutti i titoli di Stato necessari e non su richiesta e con condizionamenti.

10. Riconoscimento dello Stato di Palestina e solidarietà con tutti i popoli oppressi, a cominciare da quello curdo. Costruzione di un fronte pacifista internazionale per la realizzazione di un modello di sviluppo che salvi il pianeta da guerre, ingiustizie sociali ed economiche e devastazioni ambientali.

4. Migliorare la sanità e la pubblica amministrazione

1. Ricostruzione del Servizio Sanitario Nazionale unico per tutte le regioni, superando la controriforma del 2001, eliminando l’aziendalizzazione e tornando alle USL con controllo democratico del territorio. Ripristinare l’intera filiera della medicina territoriale.

2. Assicurare una spesa pubblica nella sanità che non scenda mai sotto la media europea (7,3% del PIL), invertendo la rotta rispetto alla manovra Draghi, che ha ridotto la spesa sanitaria al 6,3% del PIL per il 2024, ed eliminando il tetto di spesa.

3. Aumentare i posti letto per 1000 abitanti (in Italia 3,2 nel 2017, a fronte di una media europea che supera i 5) e il personale medico e sanitario, anche per eliminare le prestazioni intra moenia e ricostruire la rete dei medici di base, raddoppiando subito il numero delle formazioni annue.

4. Aumentare la spesa per la salute mentale (a cui dedichiamo solo il 3,5% della spesa sanitaria, contro il 13% del Lussemburgo e l’8% della Francia).

5. Lanciare un servizio di cura dentale pubblico che garantisca cure a prezzi economici, e gratuite per le fasce meno abbienti della popolazione.

6. Fornire assistenza gratuita agli anziani non autosufficienti e un quadro normativo adeguato per la tutela e l’assistenza di tutte le forme di disabilità. Aumento delle pensioni di invalidità, più fondi per eliminazione barriere architettoniche, più risorse per assistenza domiciliare e ampliamento dei LEA (livelli essenziali di assistenza) per terapie abilitative e riabilitative.

7. Assicurare la profilassi per esposizione da HIV coperta dal Servizio Sanitario Nazionale. Affrontare la pandemia senza criminalizzazione del dissenso e restrizioni ingiustificate delle libertà civili. I vaccini vanno sottratti ai profitti delle multinazionali.

8. Investire massicciamente sulla medicina territoriale non solo sulle strutture, ma anche per l’assunzione di personale per un rilancio della prevenzione a livello territoriale.

9. Ripristino del contratto a tempo pieno e indeterminato come norma in tutti i comparti della Pubblica Amministrazione.

10. Reinternalizzazione dei servizi esternalizzati e ritorno al pubblico dei servizi dati in appalto con riassorbimento del personale coinvolto.

5. Ridare dignità all’istruzione e investire nella ricerca e nella cultura

1. Eliminazione delle classi pollaio (non oltre 20) e conseguente aumento del personale docente e tecnico-amministrativo, con previsione del medico e psicologo scolastico.

2. Scuola dell'infanzia comunale o statale garantita a tutti a partire da 3 anni, e costruzione di asili nido pubblici in tutto il paese.

3. Fine dell’alternanza scuola-lavoro.

4. Piano straordinario e immediato di messa in sicurezza e adeguamento degli edifici scolastici

5. Stabilizzazione del personale precario della scuola con almeno 36 mesi di servizio con procedura speciale; cancellazione della riforma Bianchi del reclutamento del personale docente.

6. Abolizione della riforma della “Buona scuola” di Renzi e della riforma Gelmini. Apertura di un processo di riforma di scuola e università che coinvolga attivamente le organizzazioni degli studenti, dei docenti, del personale Ata e dei genitori. Questa dovrà prevedere anche la rimodulazione dei contenuti e dei programmi nella direzione di un pieno sviluppo della personalità di alunni e studenti. Adeguamento degli stipendi dei docenti alla media europea.

7. Libri gratis fino al termine delle scuole superiori. Mezzi pubblici gratis fino a 18 anni. Cinema e teatro gratis fino a 18 anni.

8. Investimenti nell’università per superare una situazione in cui l’Italia è agli ultimi posti dei paesi OCSE per numero di persone laureate e per numero di professori e ricercatori. Aumento di 500 milioni di euro annui al diritto allo studio (es. abbassamento tasse universitarie per i redditi bassi e aiuto per gli affitti dei fuori sede).

9. 40.000 posti per docenti e ricercatori per avvicinarsi alla media europea nel rapporto docenti/studenti, e programma di assunzioni e stabilizzazioni di personale amministrativo, indispensabili per garantire il buon funzionamento degli atenei italiani.

10. Vincoli sul cambio di destinazione d’uso di tutti i luoghi della cultura (sale cinematografiche, teatrali, sale per concerti, biblioteche, librerie, musei, eccetera). Riconoscimento dei diritti dei lavoratori di tutti i settori dei beni e della produzione culturale e artistica: ammortizzatori sociali, malattie professionali, infortuni sul lavoro, maternità, diritto alla pensione.

6. Fermare l’autonomia differenziata e salvaguardare i beni comuni e i servizi locali

1. Stop al progetto di Autonomia differenziata che divide ulteriormente il paese tra regioni ricche e regioni povere, in particolare penalizzando il Sud. Mettere in campo politiche di autonomie territoriali e di prossimità. Non più potere alle regioni, ma più potere ai territori e al popolo. Basta colonizzazione del sud e sfruttamento del suo territorio da parte delle multinazionali.

2. Ripubblicizzazione del servizio idrico con legge nazionale che preveda di trasformare la natura di tutte le società, attualmente di diritto privato, in enti di diritto pubblico, dando piena attuazione al Referendum del 2011. Restituire al popolo e alla sua sovranità i beni comuni: dall’acqua pubblica all’ossigeno, dall’energia al mare, dalle spiagge alle foreste.

3. Piano nazionale straordinario per la ristrutturazione della rete idrica, che ad oggi perde oltre il 40% di acqua.

4. Creazione di una azienda pubblica nazionale degli acquedotti che gestisca la rete idrica e metta fine alla piaga delle perdite idriche. L’acqua è il primo bene comune, come ha ricordato Papa Francesco, nella Laudato Sì.

5. Stralcio del DDL Concorrenza (governo Draghi) che ribadisce la privatizzazione come forma principale e ordinaria di gestione dei Servizi pubblici locali e disincentiva la gestione a livello locale.

6. Garantire servizi pubblici nelle aree interne del paese, dove vive il 20% della popolazione, che soffrono di pesanti disservizi. Un piano di messa in cura del nostro territorio nazionale, manutenendo fragilità soprattutto nelle aree interne e periferiche. Tutela di paesaggio e politiche di rigenerazione urbanistica, stop consumo di suolo e realizzazioni di comunità con un nuovo rapporto tra persona e territorio.

7. Eliminare l’obbligo di ricorso al mercato per la gestione dei servizi locali.

8. Parificare le misure di controllo sull’anticorruzione tra pubblico e privato.

9. Favorire, specie nel Sud Italia, la costituzione di imprese pubbliche che si occupino di gestire le infrastrutture fondamentali per assicurare una funzione sostenibile e circolare dei rifiuti, dell’acqua e del trasporto pubblico.

10. Misure volte a favorire l’economia locale seguendo il modello di Preston in Gran Bretagna incentivando l’uso di imprese locali per gli appalti degli enti locali.

7. Trasformare il sistema energetico e dei trasporti per attuare una vera riconversione ecologica

1. Nazionalizzazione del settore energetico a partire da Enel Green Power (al momento controllata da Enel al 100%), per creare un’azienda pubblica che investa su energie rinnovabili e quindi garantire autonomia energetica al paese e un progressivo controllo pubblico su tutto il settore energetico. Per un’economia circolare, equa e solidale, stop inceneritori, fossile e nucleare.

2. Piano di investimenti straordinario nelle energie rinnovabili (almeno 10 GW di nuove installazioni l’anno), distribuite sull’intero territorio nazionale, con impianti fotovoltaici preferibilmente in aree già artificializzate ed eolici preferibilmente offshore, non favorendo ulteriore consumo di suolo.

3. Fondo pubblico per finanziare comunità energetiche locali, rigorosamente rivolte all’autoconsumo e senza scopo di lucro.

4. Abolizione dei SAD, i sussidi ambientalmente dannosi elargiti alle fonti fossili.

5. Stop a ogni progetto di estrazione petrolifera in Italia, nessun sostegno pubblico ai combustibili fossili e blocco dei finanziamenti a progetti fossili entro il 2024.

6. Trasporto pubblico a basso costo, gratuito per i meno abbienti, con un abbonamento unico a livello nazionale sul modello di Spagna e Germania.

7. Forti investimenti nel trasporto urbano e interurbano ed elettrificazione di tutto il trasporto pubblico.

8. Incremento delle piste ciclabili, non solo urbane, favorendo usi misti di trasporto (bici-treno, bici-autobus).

9. No alle grandi opere inutili e dannose come il TAV, autostrade come la Pedemontana, la Valdastico sud, la BreBeMi che cementificano il territorio a fronte di bassi livelli di utenza. Finanziare invece opere pubbliche di cura e messa in sicurezza del territorio nazionale, da un punto di vista idrogeologico, della rigenerazione urbana, dei paesi e borghi, degli edifici pubblici e privati e soprattutto dell’immenso patrimonio artistico-culturale.

10. Stop all’utilizzo di jet privati e progressiva eliminazione dei viaggi aerei su tratte brevi coperte da adeguate linee ferroviarie.

8. Proteggere l’ambiente e sostenere l’agricoltura

1. Rispettare e superare gli impegni nazionali di riduzione delle emissioni dell’Accordo di Parigi.

2. Legge nazionale per portare a zero il consumo di suolo, che blocchi entro il 2025 le espansioni in zone naturali e agricole e attivi un programma per il recupero, il riuso e la manutenzione del patrimonio esistente.

3. Disincentivare produzione, distribuzione e uso di prodotti usa e getta o difficilmente riparabili e l’utilizzo di inceneritori. Sì al compostaggio ed al trattamento differenziato dei rifiuti. Basta discariche.

4. Riforma agroecologica della Politica Agricola Comune (PAC), tagliando i sussidi agli allevamenti intensivi e sostenendo aziende agricole che producono con metodi ecologici e a tutela della biodiversità.

5. Aggiornamento e attuazione immediata del Piano di Azione Nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN), che prevede il divieto di utilizzo di pesticidi tossici, divieto di produzione e utilizzo di glifosato e altri fitosanitari nocivi per le api e gli altri impollinatori.

6. Fondo pubblico di sostegno per aziende cooperative sociali e comunità che passano all'agricoltura biologica e che promuovono pratiche agricole ecosostenibili.

7. Piano straordinario per la rinaturazione delle sponde fluviali e in generale degli ecosistemi fluviali per ristabilire gli ecosistemi di acqua dolce e le funzioni naturali dei fiumi.

8. Nuova legge nazionale dell’urbanistica adeguata alla crisi climatica e ai fenomeni di espansione urbana disordinati e frammentati degli ultimi 30 anni, con aumento delle aree pro capite per servizi pubblici e aree verdi.

9. Piena applicazione della Strategia europea sulla biodiversità. Nuova Legge quadro sulle Aree naturali protette che ponga al centro della sua strategia l’implementazione del Sistema di aree protette, che dovrà raggiungere il 30% della superficie sia terrestre che marina entro il 2030. Riforestazione dei boschi e delle aree urbane con almeno 1 miliardo di alberi all’anno da piantare per aumentare ossigeno rispetto all’emissione di CO2.

10. Tutela del benessere animale e istituzione del Garante Nazionale dei Diritti degli Animali. Sostegno alle misure proposte dalle associazioni animaliste.

9. Ricostruire la nostra industria favorendo un nuovo modello di sviluppo

1. Legge contro le delocalizzazioni industriali per impedire alle multinazionali di chiudere impianti nel nostro paese (a partire dalla proposta GKN presentata in Parlamento).

2. Creazione di un’Agenzia di Pianificazione industriale organizzata per filiere e con rappresentanti politici, industriali e sindacali, al fine di sviluppare una strategia industriale coordinata al servizio degli interessi economici del paese.

3. Investimenti a fondo perduto per accorpamenti di piccole e medie imprese e piani di espansione per mezzo di contratti di programma (utilizzando fondi da abolizione Transizione 4.0).

4. L’investimento nella cultura deve raggiungere almeno l’1% del Pil. I settori della produzione culturale ed artistica devono essere finanziati tramite la fiscalità generale e la fiscalità di scopo. Defiscalizzazione degli investimenti in cultura e Iva al 4% per tutte le opere e le attività culturali. Leggi di sistema per tutti i settori della produzione culturale che rimettano al centro l’intervento dello Stato e il sostegno alle opere e agli autori e non alle grandi imprese.

5. Istituzione di un comitato pubblico per le partecipazioni statali con compiti di indirizzo e monitoraggio delle imprese partecipate, affinché queste operino con obiettivi orientati al bene pubblico.

6. Creazione di istituti di ricerca applicata (Istituti Marconi sul modello del Fraunhofer Tedesco) al fine di accelerare l’innovazione tecnologica delle nostre imprese.

7. Lavorare, anche tramite intervento statale (ad esempio, lo Stato come azionista di maggioranza di alcune aziende manifatturiere strategiche) per la creazione di poli lungo la filiera delle tecnologie rinnovabili (pale eoliche, fotovoltaico, elettrolizzatori), per favorire crescita interna e aggregazioni competitive.

8. Puntare all’avvio di una filiera dedicata al riciclo e al recupero di materiali, in linea con il nuovo pacchetto europeo sull’economia circolare.

9. Creazione di un'industria farmaceutica pubblica che sia in grado di fare ricerca e innovazione nelle aree di interesse a maggior rischio per la salute pubblica, a maggiore contenuto innovativo e in risposta ai bisogni collettivi più diffusi.

10. Istituzione di un fondo per l’automotive per rivitalizzare l’intera filiera verso un modello di mobilità sostenibile, con l’obiettivo di tornare in prima linea nella produzione di auto e mezzi pubblici non inquinanti e relative tecnologie.

10. Tassare di meno chi ha poco e di più chi ha tantissimo

1. Riforma fiscale per ridurre le tasse ai redditi medi e bassi e aumentarle ai redditi alti, con stralcio e cancellazione della riforma fiscale di Draghi che ha tagliato le tasse ai ricchi.

2. Estensione della base imponibile IRPEF a redditi da capitale, immobiliari e finanziari.

3. Introduzione di una tassa sul patrimonio partendo da una soglia di un milione di euro e procedendo con aliquote in senso progressivo, come proposto dall'economista Piketty.

4. Aumento dell’imposta sulle successioni e sulle donazioni, per ottenere un gettito fiscale in linea con i paesi OCSE.

5. Riforma del catasto a gettito invariato per redistribuire il carico fiscale su chi ha grandi patrimoni immobiliari e diminuire le tasse per chi ha modeste proprietà.

6. Espansione della no-tax area da 8000 a 10.000 euro, perimetrandola per evitare che favorisca anche i redditi alti.

7. Per i lavoratori autonomi, combattere la frammentazione e costruire un sistema assistenziale omogeneo, che intervenga a tutela delle situazioni di difficoltà, indipendentemente dal settore e dalla professione. Cumulare indennità e casse previdenziali e introdurre una misura unica di sostegno al reddito.

8. Lotta contro l’evasione fiscale in Italia (stimata attorno ai 90 miliardi di euro ogni anno) aumentando il personale dell’Agenzia delle Entrate.

9. Fare pressione in coordinamento con altri paesi per chiudere i paradisi fiscali sia a livello europeo (Irlanda, Olanda e Lussemburgo in particolare) che a livello internazionale.

10. Opposizione a condoni sul rientro di capitali dall’estero.

11. Combattere contro le mafie e garantire una giustizia equa

1. Contrastare l’usura, soprattutto di stampo mafioso, aumentando i controlli, i fondi di solidarietà e i mutui agevolati, e rafforzando in generale le misure a sostegno degli imprenditori che ne sono vittime.

2. Rafforzamento delle misure a sostegno delle imprese vittime di racket: troppe aziende che si ribellano all’estorsione e scelgono la legalità vanno poi incontro al fallimento ed abbandonate dallo Stato. Maggiori misure a sostegno dei testimoni di giustizia.

3. Stretta sugli appalti in regime derogatorio di somma urgenza, maggiore trasparenza e controlli soprattutto nel settore delle costruzioni.

4. Nuovi strumenti normativi per colpire la “zona grigia” di politica e imprenditoria e le collusioni tra massoneria deviata e mafia. Riforma della giustizia che dia forza all’autonomia ed indipendenza dei magistrati come singoli, contro gerarchizzazioni degli uffici giudiziari, eliminazione del ruolo delle correnti nel lavoro dei magistrati, funzione del CSM non più asservito ai rapporti opachi tra toghe e politica ma come luogo di garanzia di autonomia e indipendenza della magistratura quale condizione necessaria per l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.

5. Contrasto ai fenomeni corruttivi e al riciclaggio di denaro sporco. Aumento degli investimenti per la giustizia, strutture e personale. Più risorse per le forze di polizia e un modello di sicurezza urbana partecipata e democratica.

6. Legalizzare cannabis e droghe leggere anche per togliere alle mafie un mercato redditizio; investimento in politiche sociali, sanitarie e educative per la riduzione della domanda di droghe pesanti (finanziato con una percentuale sui beni sequestrati).

7. Riformare e potenziare l’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati e gli analoghi organismi locali per favorire la riconversione sociale.

8. Abrogazione delle leggi Salvini-Conte e Minniti-Orlando che criminalizzano il conflitto sociale e la povertà.

9. Riforma dell’istituto della detenzione soprattutto per i reati minori, attraverso un più ampio utilizzo delle misure alternative e investimenti nel reinserimento sociale dei detenuti. Intervenire sul sistema carcerario inadeguato e non degno di un paese civile e democratico. Processi più giusti e rapidi, con parità effettiva tra accusa e difesa, stop all’abuso della custodia cautelare e certezza della pena e del diritto.

10. Stop alla criminalizzazione e alle persecuzioni delle lotte sociali, ambientali e sindacali. Stop alle politiche di sgombero dei luoghi liberati da pratiche democratiche collettive di autogoverno e partecipazione dal basso. Il conflitto sociale non è un reato e non si reprime. Adozione di una legge nazionale sui beni comuni, con usi civici e proprietà collettive democratiche.

12. Far crescere i diritti e le libertà

1. Estensione della legge contro il razzismo e gli altri crimini d’odio, anche alle violenze e alle discriminazioni motivate da orientamento sessuale, identità di sesso, genere e disabilità.

2. Contrastare la violenza di genere in ogni suo aspetto, dando piena applicazione alla Convenzione di Istanbul. Rafforzare e sostenere le reti territoriali di Centri Antiviolenza. Apertura in ogni città di case rifugio pubbliche per persone vittime di violenza, in particolare contro le donne e la comunità LGBT+.

3. Estensione del congedo di paternità sul modello spagnolo (16 settimane, di cui 6 obbligatorie), estensione anche del congedo maternità e del parentale, omogeneizzazione del trattamento economico di quest’ultimo.

4. Eliminazione di tutti gli ostacoli occupazionali, professionali e salariali alla piena parità di genere.

5. Misure a sostegno della piena applicazione della legge 194/78 sull’interruzione volontaria di gravidanza in tutto il territorio nazionale. L’obiezione di coscienza nel servizio sanitario nazionale lede il diritto all’autodeterminazione delle donne.

6. Rendere i consultori spazi pienamente gratuiti e laici, presidi culturali e sociali oltre che socio-sanitari.

7. Cancellazione delle politiche di criminalizzazione degli immigrati e lotta contro il caporalato e lo sfruttamento. Approvazione dello ius soli e della cittadinanza ai figli degli immigrati. Abrogazione della legge Bossi Fini e definizione di canali di regolarizzazione permanente per chi vive stabilmente nel nostro Paese ma a cui è negata la possibilità di avere titoli di soggiorno. Modifica della legge sulla cittadinanza 91/1992 in maniera tale da permettere l’ottenimento di tale diritto dopo 5 anni di permanenza in Italia. Non rinnovo del Memorandum Of Understanding con la Libia e accordi simili con i Paesi che non rispettano concretamente la Convenzione di Ginevra e chiusura dei Centri Permanenti per il Rimpatrio (ex CIE) e abolizione di ogni forma di detenzione amministrativa.

8. Approvazione della legge sul fine vita e l’eutanasia legale. Disciplina normativa conforme a Costituzione per i matrimoni e le unioni di persone dello stesso sesso e per i figli nati. Matrimonio egualitario, appunto, con riconoscimento alla nascita dei figli e delle figlie delle coppie omogenitoriali. Legge contro l'omolesbobitransfobia e misure positive per fermare la discriminazione contro la comunità LGBT+. Nuova legge trans, che non patologizzi e assuma l'identità di genere come autodeterminazione. Ogni persona è diversa dall’altra ma ogni persona ha uguale diritti.

9. Favorire le forme di partecipazione dei cittadini alla politica a livello locale e nazionale. Difesa dei referendum contro i tentativi di aumentare il numero di firme necessarie a indire una consultazione. Favorire forme di partecipazione dal basso, anche in forma consultiva e digitale.

10. Riforma dei mezzi di informazione, come bene comune, per impedire la proprietà di media nazionali a grandi gruppi imprenditoriali con interessi economici in altri settori (editori impuri). Politiche di sostegno ai media locali e alternativi per garantire pluralismo dell’informazione. Riforma della Rai che riaffermi la centralità del servizio pubblico radiotelevisivo sottraendolo alla diretta dipendenza del governo.