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Etica e Deontologia per Operatore Socio Sanitario OSS
Contenzione: Esiste un'altra via?
- Ninfea
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13 Anni 2 Mesi fa #23652
da Ninfea
Contenzione: Esiste un'altra via? è stato creato da Ninfea
REGIO DECRETO 16 AGOSTO 1909, n. 615 (GU n. 217 del 16/09/1909)
ART. 60.
NEI MANICOMI DEBBONO ESSERE ABOLITI O RIDOTTI AI CASI ASSOLUTAMENTE ECCEZIONALI I MEZZI DI COERCIZIONE DEGLI INFERMI E NON POSSONO ESSERE USATI SE NON CON L'AUTORIZZAZIONE SCRITTA DEL DIRETTORE O DI UN MEDICO DELL'ISTITUTO.
TALE AUTORIZZAZIONE DEVE INDICARE LA NATURA E LA DURATA DEL MEZZO DI COERCIZIONE.
L'AUTORIZZAZIONE INDEBITA DELL'USO DI DETTI MEZZI RENDE PASSIBILI COLORO CHE NE SONO RESPONSABILI DI UNA PENA PECUNIARIA DA L. 300 A L. 1000, SENZA PREGIUDIZIO DELLE MAGGIORI PENE COMMINATE DAL CODICE PENALE.
L'USO DEI MEZZI DI COERCIZIONE È VIETATO NELLA CURA IN CASE PRIVATE. CHI CONTRAVVIENE A TALE DISPOSIZIONE È SOGGETTO ALLA STESSA PENA STABILITA DAL COMMA PRECEDENTE.
Detto questo eccomi qui a parlare con voi della contenzione fisica, un argomento che credo sia il caso di mantenere vivo e attuale.
In Italia non esiste una vera e propria legge che vieti la contenzione o la gestisca, tuttavia si trovano in vendita ausili per praticarla.
In passato ho lavorato in un RSD dove si praticava la contenzione fisica dell'ospite disabile autolesionista, tramite lacci alle braccia e alle caviglie, per impedire che si picchiasse.
Dove lavoro adesso(CSS) non ho opsiti che richiedano la contenzione, anche perchè la Fondazione dove lavoro non la pratica, se non come protezione dell'ospite ma senza usargli violenza; ovvero tramite l'uso del casco, cintura protettiva per carrozzina, gomitiere e ginocchiere. Questi ausili non provocano dolore all'ospite e hanno puramente una funzione di protezione.
Ora mi chiedo:
possibile che non ci sia un altro modo per tutelare queste persone dalla loro patologia?
possibile che si debba arrivare a fargli del male(i lacci stringono le prominenze ossee provocando solchi e lacerazioni)per proteggerli da loro stessi?
Voi che ne pensate? Mi piacerebbe condividere questa chiacchierata con voi, sapere se qualcuno ha vissuto situazioni analoghe, se nelle strutture dove lavorate la praticano oppure no, ecc...
Io credo che ci sia un'altra via, un altro modo di aiutare senza dover arrivare a tanto ed è lavorare sulla relazione, sulla relazione d'aiuto, sul saper essere e il saper fare, sulla prevenzione. Ci credo e mi batterò per questa mia convinzione, migliorando me stessa e il mio modo di lavorare.
ninfea
ART. 60.
NEI MANICOMI DEBBONO ESSERE ABOLITI O RIDOTTI AI CASI ASSOLUTAMENTE ECCEZIONALI I MEZZI DI COERCIZIONE DEGLI INFERMI E NON POSSONO ESSERE USATI SE NON CON L'AUTORIZZAZIONE SCRITTA DEL DIRETTORE O DI UN MEDICO DELL'ISTITUTO.
TALE AUTORIZZAZIONE DEVE INDICARE LA NATURA E LA DURATA DEL MEZZO DI COERCIZIONE.
L'AUTORIZZAZIONE INDEBITA DELL'USO DI DETTI MEZZI RENDE PASSIBILI COLORO CHE NE SONO RESPONSABILI DI UNA PENA PECUNIARIA DA L. 300 A L. 1000, SENZA PREGIUDIZIO DELLE MAGGIORI PENE COMMINATE DAL CODICE PENALE.
L'USO DEI MEZZI DI COERCIZIONE È VIETATO NELLA CURA IN CASE PRIVATE. CHI CONTRAVVIENE A TALE DISPOSIZIONE È SOGGETTO ALLA STESSA PENA STABILITA DAL COMMA PRECEDENTE.
Detto questo eccomi qui a parlare con voi della contenzione fisica, un argomento che credo sia il caso di mantenere vivo e attuale.
In Italia non esiste una vera e propria legge che vieti la contenzione o la gestisca, tuttavia si trovano in vendita ausili per praticarla.
In passato ho lavorato in un RSD dove si praticava la contenzione fisica dell'ospite disabile autolesionista, tramite lacci alle braccia e alle caviglie, per impedire che si picchiasse.
Dove lavoro adesso(CSS) non ho opsiti che richiedano la contenzione, anche perchè la Fondazione dove lavoro non la pratica, se non come protezione dell'ospite ma senza usargli violenza; ovvero tramite l'uso del casco, cintura protettiva per carrozzina, gomitiere e ginocchiere. Questi ausili non provocano dolore all'ospite e hanno puramente una funzione di protezione.
Ora mi chiedo:
possibile che non ci sia un altro modo per tutelare queste persone dalla loro patologia?
possibile che si debba arrivare a fargli del male(i lacci stringono le prominenze ossee provocando solchi e lacerazioni)per proteggerli da loro stessi?
Voi che ne pensate? Mi piacerebbe condividere questa chiacchierata con voi, sapere se qualcuno ha vissuto situazioni analoghe, se nelle strutture dove lavorate la praticano oppure no, ecc...
Io credo che ci sia un'altra via, un altro modo di aiutare senza dover arrivare a tanto ed è lavorare sulla relazione, sulla relazione d'aiuto, sul saper essere e il saper fare, sulla prevenzione. Ci credo e mi batterò per questa mia convinzione, migliorando me stessa e il mio modo di lavorare.
ninfea
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13 Anni 4 Settimane fa #25646
da fluvio
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Risposta da fluvio al topic Re: Contenzione: Esiste un'altra via?
Ciao ninfea, concordo con te su questo problema. Anche io ho lavorato qualche mese in comunità con giovani-adulti psichiatrici che però fortunatamente non necessitavano di contenzione fisica. Secondo me questi casi (autolesionisti, anticonservativi) andrebbero trattati con contenzioni farmacologiche. Problema: gli psichiatri, psicologi e altri psichi non vogliono perchè non riescono a lavorare su una persona sedata (ed a interagire con me, 4 mesi insieme non ho capito un loro discorso che sia 1!!!).
Mantenere l'utente/ospite/paziente o come lo chiamate in condizioni da poterci lavorare insieme o sedarlo per evitare che peggiori il suo stato??? Ci sono prove che a non sedarlo migliori?
Ciauz!!!
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13 Anni 3 Settimane fa #25843
da fluvio
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Risposta da fluvio al topic Re: Contenzione: Esiste un'altra via?
Ragazzi/e, sono curioso di sentire i vostri pareri, secondo me questo è un punto oscuro dell'assistenza alla persona e sembra che nessuno voglia assumersene le responsabilità...
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12 Anni 11 Mesi fa #27716
da brusaca64
Risposta da brusaca64 al topic Re: Contenzione: Esiste un'altra via?
e un problema reale.
Nella struttura ospedaliera dove sono io , si fa attenzione all'uso della contenzione fisica.
La prima valutazione e se e necessaria,quale usare dai fermapolsi o bustino o altro tipo di cotenzione.
oppure se e in uno stato di agitazione tale da utilizzare qualche farmaco.....,e se bisogna contenerlo per quanto tempo.
E che prima di essere tutte le procedure attuate deve essere scritto in cartella prima di fare qualsiasi cosa sulla persona.
Dove lavoro io grazie a dio ci sono pochissimi casi in cui contenere la persona.
Cerchiamo sempre di non effettuare la contenzione in quanto e piu pericolosa in molti casi si arrabbia e si agita di piu invece di essere una protezione e piu un rischio alla fuga e un invito all'agitazione.
buona giornata
Nella struttura ospedaliera dove sono io , si fa attenzione all'uso della contenzione fisica.
La prima valutazione e se e necessaria,quale usare dai fermapolsi o bustino o altro tipo di cotenzione.
oppure se e in uno stato di agitazione tale da utilizzare qualche farmaco.....,e se bisogna contenerlo per quanto tempo.
E che prima di essere tutte le procedure attuate deve essere scritto in cartella prima di fare qualsiasi cosa sulla persona.
Dove lavoro io grazie a dio ci sono pochissimi casi in cui contenere la persona.
Cerchiamo sempre di non effettuare la contenzione in quanto e piu pericolosa in molti casi si arrabbia e si agita di piu invece di essere una protezione e piu un rischio alla fuga e un invito all'agitazione.
buona giornata
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- pav
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- Visitatori
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12 Anni 11 Mesi fa #27717
da pav
Risposta da pav al topic Re: Contenzione: Esiste un'altra via?
ciao, vi parlo della mia esperienza e di ciò che so.
non basta una sola persona in una struttura a voler evitare la contenzione. non basta neanche al paziente, abituato a ricevere certe pratiche come se fossero prassi.
dovrebbe essere un modus vivendi di tutti gli operatori, ove respirare un senso di libertà e di sensibilità, relazioni umane appunto.
normalmente chi sa di ricevere contenzioni e dosi massicce di neurolettici si pone in stato di difesa, e qulle risorse personali le perde, facendo il matto più di quanto non lo sia.
siccome anch'io detesto questo modo preistorico e sono contraria a trattare i pazienti come se avessero commesso chissà quale reato, una volta ho chiesto spiegazioni ad uno psichiatra che un tempo aveva lavorato in manicomio e che nn aveva mai legato nessuno.
mi ha risposto che al momento della crisi lui chiedeva agli infermieri di ''accompagnarlo'', cioè di passeggiare con lui per quelle ore necessarie fino a quando non fosse terminato il brutto momento. a volte anche per notti intere.
mi ha assicurato che passa. che passerebbe anche senza farmaci.
... ma è difficile se a volerlo si è in pochi, a volte uno solo, se lo psichiatra non è d'accordo. è una questione di mentalità, non di sanità.
una volta, un paziente col quale avevo una buona empatia, arrivò con un coltello in tasca. era arrabbiato con tutti i medici in seguito a un cambio di terapia.
avrò rischiato sicuramente, ma è stato un momento in cui le scelte non erano tante: potevo scappare o restare.
l'ho abbracciato.
è stato terribile, non so quanto sia durato quell'istante, ma lui si è placato e dopo un poco mi ha dato il coltello.
a parte questo la contenzione è assolutamente illegale.
mentre il tso è una contenzione d'emergenza, fatta solo quando il paziente rifiuta la terapia, non vuole ricoversi, sta per fare del male a qualcuno. ma prima di effettuarla è necessaria la firma del sindaco, dei medici, ecc...
non basta una sola persona in una struttura a voler evitare la contenzione. non basta neanche al paziente, abituato a ricevere certe pratiche come se fossero prassi.
dovrebbe essere un modus vivendi di tutti gli operatori, ove respirare un senso di libertà e di sensibilità, relazioni umane appunto.
normalmente chi sa di ricevere contenzioni e dosi massicce di neurolettici si pone in stato di difesa, e qulle risorse personali le perde, facendo il matto più di quanto non lo sia.
siccome anch'io detesto questo modo preistorico e sono contraria a trattare i pazienti come se avessero commesso chissà quale reato, una volta ho chiesto spiegazioni ad uno psichiatra che un tempo aveva lavorato in manicomio e che nn aveva mai legato nessuno.
mi ha risposto che al momento della crisi lui chiedeva agli infermieri di ''accompagnarlo'', cioè di passeggiare con lui per quelle ore necessarie fino a quando non fosse terminato il brutto momento. a volte anche per notti intere.
mi ha assicurato che passa. che passerebbe anche senza farmaci.
... ma è difficile se a volerlo si è in pochi, a volte uno solo, se lo psichiatra non è d'accordo. è una questione di mentalità, non di sanità.
una volta, un paziente col quale avevo una buona empatia, arrivò con un coltello in tasca. era arrabbiato con tutti i medici in seguito a un cambio di terapia.
avrò rischiato sicuramente, ma è stato un momento in cui le scelte non erano tante: potevo scappare o restare.
l'ho abbracciato.
è stato terribile, non so quanto sia durato quell'istante, ma lui si è placato e dopo un poco mi ha dato il coltello.
a parte questo la contenzione è assolutamente illegale.
mentre il tso è una contenzione d'emergenza, fatta solo quando il paziente rifiuta la terapia, non vuole ricoversi, sta per fare del male a qualcuno. ma prima di effettuarla è necessaria la firma del sindaco, dei medici, ecc...
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12 Anni 11 Mesi fa #27759
da ely82
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Risposta da ely82 al topic Re: Contenzione: Esiste un'altra via?
ciao sono sicura che per questi ospiti non sia di grande aiuto la contenzione anzi credo che peggiori la situazione. La miglior cosa e' come dici te ninfea la relazione,parlare con l'utente e penso che a queste persone manchi il dialogo parlo per eesperienza dove lavoravo un ospite si auto lesionava ho iniziato a parlare con lui insieme ad una collega ed e' rinato e' un alta persona. Bisogna parlare,dialogare nontrascurarli e non porci in modo"aggressivo"
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